Essere messicano è anche avere a portata di mano, in tasca, una manciata di detti pronti e serrati in attesa dell’assalto di qualsiasi situazione inaspettata. Tale è l’ingegno messicano che è capace di “capovolgere le carte in tavola”, “darle la vuelta a la tortilla” e ribaltare la situazione per trovare una soluzione, e se no, almeno rubarle un sorrisino. Forse è il disperato bisogno di fuggire da una situazione tragica attraverso l’ammiccamento di un sorriso? O è forse una ricerca inconscia di una cura, o della guarigione stessa? Il fatto mostra che nelle vene della tradizione messicana scorrono versi, frasi, detti che in qualche modo diventano magici nel lungo andare degli anni, rendendoci capaci di guardare negli occhi le avversità, permettendoci di evitare di soffrire, prendendo in giro noi stessi e se necessario anche la morte per benedire in modo soddisfacente il momento con una risata. Il genio messicano potrebbe esprimersi ancora di più in quest’opera? ‘Scrivendo’ in immagine centinaia di anni di tradizione orale, racchiudendoli in un dipinto di 2×2 che dalla sua immutabilità sul muro attende in agguato e osserva i commensali che mangiano e passano ricordando ad ognuno quella frase che il nonno o la nonna sempre ripeteva…
E tu, quanto sei messicano? Che frase vedi sul quadro?